Nel regno del vento: Il Versante Nord del Monte Sibilla
La lunga salita verso il Monte Zampa/1 - (c) Nicola Pezzotta | 2012 |
Partiamo decisi. Non potrebbe essere altrimenti,
perché sappiamo ciò che ci aspetta e se non fossimo decisi, dopo
neanche 100 metri ritorneremmo alle nostre macchine. Dopo neanche 5
minuti dalla partenza inizia la lunga, interminabile salita, tutta
fuori sentiero, che da Valleria va al Monte Zampa, passando per la
Cengia del Cinghiale. Durante la salita il vento ci spazza in modo
incostante, ma potente. Le folate, fortunatamente, per buona parte
l'abbiamo alle spalle e questo ci aiuta nella salita. Gli alberi,
aggrappati a questi pendii scoscesi, ondeggiano paurosamente,
nonostante le loro moli.
La lunga salita verso il Monte Zampa/2 - (c) Nicola Pezzotta | 2012 |
Dopo 3,5 chilometri e 911 metri di dislivello siamo
in vetta. Ci abbiamo messo circa 3 ore, e non so gli altri, ma mi
sento un po' debilitato. Il vento quassù è ancora più forte, e ci
rendiamo conto che ci accompagnerà lungo tutto il sentiero che
faremo al ritorno. Ora che ci siamo fermati a mangiare qualcosa
inizio a sentire un po' freddo. Lo sento penetrare nelle ossa, come
spinto dal vento gelido. Il sudore che ho addosso non aiuta per
niente. Dovrei prendere qualcos'altro dallo zaino da mettermi su, ma
non posso pensare di aprire la giacca, anche solo per un attimo, per
indossare un altro pile. Ogni tanto il sole fa capolino, ma riesce a
scaldare solo gli animi. Credo che qui in vetta la temperatura sia
scesa ancora, ma non ho dietro un termometro per verificarlo. Forse è
stato meglio così.
Le creste del Monte Sibilla viste dal Monte Zampa - (c) Nicola Pezzotta | 2012 |
Infreddoliti, ripartiamo col pensiero che la parte
più impegnativa è fatta. Ora non rimane che percorrere il versante
Nord della Sibilla. Il regno dell'ombra. Luogo affascinante con i
suoi imbuti immensi e i suoi affacci incredibili. Lassù ci sovrasta
la Sibilla e sembra ci scruti; sembra che controlli ogni nostro
singolo movimento. Il sole sopra la sua cima ci incute rispetto, più
che paura. Così, la mia mente ritorna ai numerosi racconti letti in
tutti questi anni sulla Sibilla Appenninica e non posso che farmi
travolgere dai pensieri. Immagino cavalieri erranti, attraversare
questi luoghi impervi, per andare a interrogare un oracolo sulla cima
del monte, senza neanche sapere se ci fosse davvero. Spinti dal
sapere o dall'avidità, forti nel voler raggiungere quel qualcosa di
mistico, di indecifrabile, di cui tutti parlano ma che forse nessuno
ha mai visto in realtà. Al coprirsi del sole mi desto dai miei
viaggi mentali e mi rendo conto che il vento imperversa ancora lungo
la nostra via. Il falasco si muove in modo impazzito sotto la spinta
del vento e crea dei divertenti disegni. Sembra di trovarsi in mare,
durante una tempestata. La sola differenza è l'avere i piedi
all'asciutto e ben ancorati sul terreno.
Il Monte Sibilla dal Fosso le Vene - (c) Nicola Pezzotta | 2012 |
Vediamo avvicinarsi il Casale Lanza e capisco
all'istante che finalmente posso mettere qualcosa di più sostanzioso
sotto i denti. Arrivati a questo punto non è rimasto che scendere
verso Capotenna, passando per il Casale Rosi, e percorrere la Val
Tenna e la Gola dell'Infernaccio per tornare alle macchine.
Il bosco di questo posto, in questa stagione, è una
cosa stupenda. Le sfumature dei colori che ci passano davanti agli
occhi sono talmente tante che non riusciamo a concepirle. Dal verde
più intenso al rosso, passando per il giallo e l'arancio. Mi fermo
un attimo a guardare gli esili faggi che ondeggiano nel vento e senza
preavviso alcuno, inizia a nevicare. Una neve piccola e secca, di
quelle che non si sciolgono appena toccano terra. La nevicata è
durata giusto una quindicina di minuti, ad intermittenza, ma è
qualcosa di indescrivibile trovarsi davanti alla prima nevicata della
stagione, essere i primi a vederla quest'anno.
Val Tenna - (c) Nicola Pezzotta | 2012 |
Oramai andiamo spediti lungo il sentiero che avremmo
fatto non so quante volte. Quel sentiero che, in piena estate, per
quanto è affollato, sembra di essere in una località di
villeggiatura. Capotenna – Valleria. 100 metri di dislivello si è
no; praticamente una passeggiata. Ma non oggi. Oggi, con tutte le
fatiche accumulate e il freddo che non vuole abbandonarmi questo
sembra un percorso interminabile. Ripenso tra me e me che non lo
ricordavo così lungo. Ma passare all'interno della Gola
dell'Infernaccio rigenera sempre lo spirito. E le macchine adesso
sono davvero vicine. E' rimasta un'ultima piccola salita e ci siamo.
Tornato a casa, guardando la traccia salvata del
percorso, mi rendo conto che quest'anno ho fatto escursioni ben
peggiori di questa. Sicuramente oggi non ero al top e il freddo ha
fatto anche la sua parte. Ma è valsa la pena. Vale sempre la pena,
per questo continuo ad andare.
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